sabato 21 aprile 2012

L'istinto è di lasciare tutto indietro.
Mollare tutto e lasciare che i pezzi si mettano a posto da soli o si frantumino del tutto.

Fuggire lontano, dove il mondo non esiste più: oltre i confini dello spazio e del tempo, in quel luogo privo di forme e di colori, dove tutto è così come dev'essere, così come noi vogliamo che debba essere.

Voglio prendere il traghetto, farmi scortare sulla riva, incontrare Axel all'entrata. Iscrivermi al suo club esclusivo. Assistere alle farneticazioni dei filosofi, farne di mie, mangiare, bere e dormire, morire, forse sognare...
Sogno un mondo diverso, senza colori e senza emozioni. Dall'altra parte tutti i colori, privi di ombre ma colmi di emozioni.
In mezzo, sta la vita: quella vita infima e limitata che gli esseri umani si ostinano a condurre al meglio delle loro capacità, sperando di riuscire a raggiungere quel non so ché di cui perfino loro son all'oscuro... Oscuro e scuro, come un pozzo sigillato da tempo e dal tempo... Un pozzo dove non c'è più acqua, né luce, né vita...

Un uomo privo di emozioni, è un corpo morto che cammina.

Un uomo che prova emozioni verrà ucciso dalle stesse.

Avere come destino la polvere da cui siamo emersi non è mai una cosa esaltante.


Vorrei essere una stella, e poter brillare lassù, per i cazzi miei, senza che alcuno possa disturbare il mio stazionare celeste.




Son un corpo vuoto di emozioni e pieno di voci che mi dicono cose senza senso. Le voci mi fanno fare ciò che risveglia le emozioni più nascoste dell'animo umano, eppure io so di non poterle più provare, poiché un corpo vuoto e morto può venir riempito, ma non sa più come muoversi, dopo aver fatto il pieno.

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