giovedì 28 aprile 2016

25 (VENTICINQUE) fatti su di me in materia di libri (ma non solo)

Ho visto almeno 3 blogger stilare una sequenza di "fatti" inerenti se stessi a tema letterario.
Sempre con titoli differenti, sicché non mi sono formalizzato sul titolo da scrivere.
Li formulerò così su 6 piedi, quindi non aspettatevi che io sappia già cosa scrivere...ci vorrà un po'.

1- Odio iniziare più di un libro alla volta. Il mio ordine mentale mi impone, quando possibile, di iniziare un libro, terminarlo e solo dopo iniziarne uno nuovo.

2- Non so mai cosa leggerò quando finisco un libro. Ho una vasta scelta di libri ancora da leggere ed ogni volta mi lascio guidare dall'ispirazione del momento.

3- Sebbene io abbia già in lista d'attesa un numero non meglio specificato di libri ancora da leggere, non riesco a resistere all'impulso di comperarne altri, quando ne trovo uno o più che stimolino la mia curiosità.

4- Fino ad un anno fa, diffidavo fortemente degli autori italiani, pur trovando paradossale questa mia fissazione, dal momento che leggere un autore straniero tradotto in italiano, significa di fatto leggere un libro scritto da un autore italiano, se pur le idee non siano le sue.

5- Quando inizio un libro, lo finisco. non ci sono se o ma. Dovessi metterci 3 mesi ma finisco ogni libro che comincio. Questo ovviamente mi prota a fare attenzione a quale libro io inizi.

6- Per capire se un libro mi ispiri o meno leggo la prima frase e l'ultima.

7- Potendo scegliere, evito come la peste i libri "mainstream". Se li leggono tutti non è necessario che li legga anche io, per ora.

8- Vedi punto 7, non ho mai letto alcun libro delle cronache del ghiaccio e del fuoco, né le sfumature di grigio, rosso, nero.

9- Non ho un autore o un'autrice preferito in assoluto.

10- Ho sempre un libro con me. Sempre.

11- Leggo ogni volta che il tempo me lo consente, a patto che io non abbia altro da fare. Ad esempio leggo quando cammino o sulla cyclette o in fila in posta o dal medico.

12- Quando alle elementari mi hanno dato da leggere "Il piccolo principe" dopo i primi 2 capitoli mi sono rifiutato di proseguire perché non mi piaceva. Al posto di quel libro, ho letto 4 libri di Salgari, che mi piaceva un sacco di più. La maestra non batté ciglio.

13- Quando un autore mi conquista particolarmente, mi procuro ogni suo libro disponibile.

14- Non amo leggere troppi libri dello stesso genere in sequenza. Se oggi finisco un fantasy, domani inizierò qualcosa che non sarà un fantasy.

15- Quando lavoravo in callcenter avevo un libro con me. Dopo le prime 5 telefonate avevo imparato la tiritera a memoria e continuavo a chiamare con il libro aperto, ripetendo automaticamente le frasi del sondaggio el eggendo con l'altra parte della mente.

16- Dopo anni e anni che cammino leggendo ho sviluppato una sorta di sonar che mi permette di non sbattere contro gli ostacoli lungo il mio percorso.

17- Possiedo un Kindle che non volevo ma che è arrivato dal nulla. Non l'ho mai usato. E' appoggiato qui accanto.

18- Il libro che ho più cercato in assoluto è stato "Il salmone del dubbio" di Douglas Adams. Un anno un'amica me lo ha regalato. O meglio, lo ha scaricato, stampato, rilegato e regalato.
L'anno dopo, l'ho trovato in libreria.

19- Se leggo un thriller ed a metà libro capisco dove vuole andare a parare, mi sento tradito ed annoiato.

20- In caso di libri di una serie, amo averli della stessa edizione ma, per una ragione o per l'altra, non ci riesco mai davvero.

21- Leggendo "I guardiani della notte" (Fantasy moderno russo) ho scoperto "Oleg Gazmanov", un cantante russo famoso nel suo paese.

22- Leggendo "L'analfabeta che sapeva contare" mi è venuta la curiosità di provare quello che loro chiamano "il cicchetto del maresciallo Mannerheim", sebbene non sia consigliabile, dati gli ingredienti.

23- Quando possibile, in caso di film tratti dai libri, cerco di leggere il libro prima di vedere il film.

24- Amo tenere un pezzo di carta a portata di mano per segnarmi le frasi che più mi colpiscono di un libro (per poi utilizzarle come citazioni colte quando se ne presenti l'occasione).

25- In casa ho più libri che magliette (non ho contato ma è lapalizziano. Forse anche più libri che indumenti in generale ma non me la sento di sbilanciarmi così.)

lunedì 25 aprile 2016

Voglia

Voglia di scrivere.
Di cosa però?
Non ne ho idea, in effetti.
Vorrei fare tante cose, in questo periodo.
Vorrei scrivere il racconto che ho accantonato e rimane in un angolo della mia mente, silente.
Vorrei iniziare il nuovo libro appena arrivato, dal momento che ho appena terminato L'analfabeta che sapeva contare.
Vorrei trovare l'ispirazione per quei 4 lavoretti che dovrei fare in casa.
Vorrei che le mie giornate fossero composte da 48 ore, come nei bei tempi in cui non riuscivo a dormire per più di 4 ore a notte.
Vorrei avere il tempo di guardare tutti quei film che ho lasciato in arretrato.
Vorrei non sentire il tempo che passa senza permettermi di sentirmi parte di esso.
Vorrei dedicarmi al giardinaggio o almeno provarci con qualcosa che somigli ad una costanza.
Vorrei avere costanza nelle cose che vorrei fare, invece che cambiare le cose appena le inizio.
Vorrei non apprezzare le piccole cose della vita, così potrei imparare a farlo e rimanerne sorpreso ed affascinato.
Vorrei non vedere la mia vita bella come oggettivamente è, per spronarmi a fare di meglio.

Vorrei tante cose e forse nessuna di queste veramente, perché in fondo vivo di pronoia.
Sapete cos'è la pronoia?
Sostanzialmente è l'opposto della paranoia.
Si può riassumenre nella ferma convinzione che l'universo faccia in modo di convergere ciò che c'è di buono per farmi giungere ciò di cui ho necessità.
In fondo come posso non essere di questo avviso, avendo ottenuto senza sforzi tutto ciò che chiunque altro io veda sembra lottare per trattenere o ottenere a stento?

Il mondo non mi ha fatto mai mancare nulla, quindi come posso davvero desiderare qualcosa?

Cosa si regala a chi ha già tutto?

(ps: il primo che si mette a canticchiare Cremonini, lo vado a prendere a linguette della cocacola in fronte. No, non è una minaccia. Sì, è una promessa. Le minacce si formulano. Le promesse si mantengono).

sabato 16 aprile 2016

L'eleganza si legge nei gesti ma la nobiltà sta nel cappello che indossi.

-cit.-

sabato 9 aprile 2016

I corti più belli che io abbia visto

Tant'è che non li ho visti.
Sembra una sciocchezza ma, pur avendo partecipato al festival, non sono riuscito a vedere più di 3 cortometraggi.
Dov'ero?
Ovunque, per così dire.
Proviamo a fare un riassunto della giornata.

Ore 5.18
Apro gli occhi, leggo l'ora e chiamo a me Nostro Signore. Devo partire alle 5.30 e mi sono svegliato praticamente tardi.
Dalle 6 alle 14.30 lavoro ininterrottamente.

14.32
Saluto la collega che mi sta dando il cambio e vado a cambiarmi per arrivare in teatro.

15.05
Sono in teatro ed il ragazzo che mi ha contattato mi istruisce su come si svolgerà la scena che dovrò fare e circa la serata, dicendomi che sarei dovuto tornare verso le 18 per cambiarmi e fare le foto.
Mi ispirava quasi dolcezza, mentre mi spiegava le cose semplici, ignorando che ero stato in quel teatro forse più volte di quante non vi fosse stato lui stesso.

Fino alle 17 mi sono rilassato in un bar in riva al canale leggendo un paio di capitoli de "L'analfabeta che sapeva contare" e sorseggiando uno spriz aperol, placido e tranquillo.

17.30
Rietro in teatro e chiacchiero con gente conosciuta e sconosciuta.
Un amico che lavora in teatro mi chiede, spostando tavoli, sedie, trepiedi con le casse stereo appoggiate e mixer, se io sappia come si effettua una chiusura parziale della cassa. Io penso che dovrebbe saperlo lui, che è lui il fonico, mica io, che sono ignorante ma mi limito a dirgli che non ne ho idea.

18.30 mi cambio ed attendo una truccatrice che non verrà mai da me. Nel mentre il fotografo e due maschere vengono a rapirmi. Stanno arrivando i registi. Quindi: foto.

Passo la seguente ora e mezza a fare foto con tutti i registi del festival, tra cui l'olandese, che mi ha preso in braccio (capendo la mia indole volubile) e tra cui la londinese, che mi ha in seguito chiesto se il culo fosse davvero il mio (alla quale ho chiaramente risposto "certo, vuoi toccarlo?", segue ovvia pacca a mano aperta sulla natica sinistra).
Passo la serata così, fra un regista ed un attore, con i presentatori e le maschere, un po' sul palco per fare presenza, un po' al bar a chiacchierare.

Ore 20.30
Sono al bar e capisco che l'amico di cui sopra doveva fare una chiusura parziale della cassa del bar del teatro. Ecco perché lo aveva chiesto a me.
Risolviamo il problema e mi offre da bere.
Seguirà un continuo riempirsi di un bicchiere che non riuscirà mai ad essere davvero vuoto.

Tante persone hanno continuato a farmi domande su domande riguardo a come procederà la serata ed io a tutti rispondo alla stessa maniera: io so della serata quanto una velina sa di strisca, ovvero assolutamente nulla.

Perché è questo che sono stato alla fine: la ragazza immagine.
La differenza è che sono il "ragazzo" immagine.

Amo le cose nuove e bizzarre, inattese, nuove.
Mi ricordano che sono vivo e che può succedere di tutto.

Mi è dispiaciuto dover andare a casa ma dovevo riposare ed avevo forse già bevuto abbastanza.

Però ringrazio per avermi fatto sentire una stella per una notte.
E per avermi lasciato portare a casa uno dei loro poster.

ore 8a.m. il risveglio.
Richiamo a me il Signore del giorno prima.
Ben tornato, mondo ordinario.

mercoledì 6 aprile 2016

Ecco come deve essersi sentito Lanterna Verde.

Gli avvenimenti che seguono hanno avuto luogo all'incirca due mesi fa (o uno e mezzo, non so).

Suona il telefono.
Un messaggio su ch'accad'.
"Ciao Kiwi. Un amico vuoe, girare una scenetta introduttiva e fare un paio di foto per un festival di cortometraggi. Mi ha spiegato in cosa consiste e gli ho detto che servi tu e che hai l'armadio adatto."
Chi mi conosce, sa che un'affermazione simile non è da prendere alla leggera.
Mi racconta come dovrebbe svolgersi il tutto. Non c'era davero bisogno di chiedermelo: era ovvio che lo avrei fatto.
Mi mette quindi in contatto con chi gestisce la cosa, il quale mi spiega nuovamente la scena, l'abbigliamento richiesto, lo scopo e puntualizza che, essendo un'associazione priva di finanziamenti ma quasi del tutto "universitaria", per così dire, non possono pagare una persona che accetti di farlo.
Pagare?
Davvero c'è gente che chiede anche dei soldi per questo?
Beh, certamente c'è ma io non rientro nella categoria: io lo faccio perché è divertente.

Primo ostacolo: gli orari.
La scena deve svolgersi nella sala d'attesa di un medico. Tale sala è libera alla domenica. Io domenica lavoro.
Con una stravagante mescolanza di orari, riusciamo a combinare per una domenica mattina (sì: esiste la mattina alla domenica) subito prima di andare a lavoro, quindi il tutto viene fatto quasi frettolosamente, ma del resto non c'era molta scelta, ahimè.
Si dicono soddisfatti del risultato e mi chiedono di essere presente al festival (domani) come ospite, per ringraziarmi di quello che, secondo loro, è stato un favore immenso.

Mi avvisano nel mentre che sarebbero comparse delle locandine per la città con le foto scattate.

Problems? Non direi, perché dovrebbero. In fondo, penso io, avevo pure una maschera sul viso. Chi vuoi che se ne accorga?

Ammetto di aver sottovalutato la cosa.

Passi per le foto condivise su faccialibro e passi per i cartelli di quelli grandi come una persona circa (dai, quelli che trovate sempre ovunque) ma i clienti ed i colleghi mi avevano riconosciuto in qualcuno di quei cartelli. Mi dico "strano" e poi penso al mio abbigliamento.
La maschera mi riporta alla scena di Lanterna Verde, in cui la fanciulla lo chiama per nome e si giustifica dicendo che, diamine, la maschea gli copre forse gli zigomi, come sperava di non essere riconosciuto?
E così è stato per me.
Cartelli, volantini, pubblicità online, articolo sul giornale. Tante piccole cose che un occhio attento può notare facilmente.
Eppure non torna: la maggiorparte delle persone che conosco sono tutto fuorché attente.
Poi lo vedo.
Non un cartello, non una locandina o un volantino.

SEIMETRIPERTRE.

Sulla parete spicca impossibile da evitare, una cartellone di quellli grandi (GRANDI) che se ci fanno le pubblciità delle macchine, le macchine sono in scala 1 a 1.
Ma non c'è una macchina, no. Ci sono io.
Ed altre 2 signore anziane.
Eh, sfido che mi abbiano notato, diamine. Lo noterebbe anche un aereo in fase di atterraggio.

Rido.

Rido davvero tanto.

5 minuti di gloria valgono più di quanto una persona disinteressata possa desiderare.
Quale parte del mio cervello pensava che nessuno se ne sarebbe accorto?
















Se voleste vedere la scena, cliccate QUI. XD

venerdì 1 aprile 2016

Buon viaggio piccolo mocio vileda

Non sarai mai solo un ricordo.
Sarai una storia, un'emozione, la sensazione di sentirsi osservati.
Sarai il suono delle unghiette sulle piastrelle, l'eleganza per saltare di cui non hai mai sentito parlare.
Sarai il suono acuto di un latrato in cui nessuno crede.
Sarai la folle corsa controvento, tanto veloce da sembrare un volo radente.
Sarai il terrore di restare soli in casa, anche per pochi istanti.
Sarai la gioia del gioco e delle coccole disinteressate.
Sarai la trottola sulle zampe posteriori, che ormai non riuscivi più a fare.
Ci sarà sempre in cielo una nuvoletta che somigli a te.
Ti voglio bene (anche quando deciderai di piovere).

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